Tredici lunghe partite di assenza. Ma ora Romelu Lukaku è tornato ed è pronto a riprendersi l’Inter e quei tifosi che lui stesso ha definito i migliori al mondo. Contro il Napoli lo ha dimostrato così
L’uomo più atteso nella partita più attesa. Romelu Lukaku è tornato a giocare dal 1′ nella sfida contro il Napoli, a San Siro. Big Rom, tornato da un Mondiale sottotono si è concesso qualche giorno di vacanza e poi è tornato a lavorare con il gruppo ad Appiano Gentile dove, come da lui stesso dichiarato in un’intervista a SkySport, è stato massacrato di lavoro.
Giusto così. Non c’era tempo da perdere per un campionato ancora aperto e tanti punti da recuperare sul Napoli. Il primo obiettivo era sicuramente recuperarne 3 nello scontro diretto del 4 gennaio. Buone le prestazioni nelle amichevoli contro la Reggina, in cui ha portato a casa un gol e un palo, e contro il Sassuolo.
Contro il Napoli entra subito in partita e in pochi minuti sa come rendersi pericoloso non una, ma ben due volte. Un’occasione creata al 3′ e un assist al bacio per Dimarco al 4′, che si divora la rete del vantaggio, fanno tremare i partenopei. L’attaccante belga ci riprova alla fine del secondo tempo, Barella di tacco a servire il compagno che però tira alto di pochissimo. Ancora troppa imprecisione da parte di un attaccante del suo calibro, ma la sua fisicità richiede tempo.
L’atteggiamento è quello giusto. Il belga chiede il pallone, cerca i compagni, usa molto la gestualità per comunicare in campo e dare indicazioni, fa un lavoro maggiore rispetto a quello che faceva con Antonio Conte. Certo, attende il pallone, sfrutta la sua fisicità per rendersi pericoloso perché queste sono le caratteristiche principali di Lukaku. Ma sa fare anche lavoro tanto lavoro di sacrificio. La forma e la condizione fisica non sono ancora perfette, ma la strada è quella giusta.
Al 65′ il neocampione del Mondo Lautaro Martinez è pronto a entrare in campo, ma non accanto a Lukaku. Anzi entra al suo posto. Niente LuLa, per questa volta. Anche perché in questo momento è veramente difficile togliere dal campo Edin Dzeko. 37 anni e non sentirli, è ancora lui a portare in vantaggio l’Inter in una delle sfide più importanti dal punto di vista della classifica ma anche e soprattutto psicologico.
Insomma, quell’Inter che nella prima parte di stagione si ritrovava senza attaccanti, ora che ha recuperato anche Joaquin Correa sembra avere l’imbarazzo della scelta su chi mettere in campo. Due poltrone per quattro, al momento, e nessuno certo di un posto da titolare.
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