La solitudine del numero 7: ecco il futuro di Cristiano Ronaldo

La solitudine del numero 7: ecco gli ultimi aggiornamenti sul futuro di Cristiano Ronaldo

Ci mancava pure Messi in finale a polverizzare record. È come non arrivare ad una grande conquista e scoprire che ci sta riuscendo il tuo più grande rivale in amore, con cui magari hai anche dovuto fingere di essere “amico”. Almeno lui, il rivale, ha avuto l’appuntamento galante in cui potersi giocare le carte.

La solitudine del numero 7: ecco il futuro di Cristiano Ronaldo

Chissà cosa starà pensando Cristiano Ronaldo… Il suo sembra un finale al maschile e non al femminile, una differenza di genere non banale, perché un conto è andarsi a giocare l’ultima partita con vista sulla Coppa del Mondo, un conto è essere ai potenziali titoli di coda di una carriera stratosferica, sì, ma… – vogliamo dirlo senza incorrere nella lesa maestà – forse non gestita alla perfezione nella fase più delicata, quella che volge al tramonto. Anche perché, diciamoci pure questo, la straordinaria integrità fisica conseguenza di una gestione maniacale, non faceva davvero pensare che si potesse arrivare a vedere affievolire le luci della ribalta.

Il Mondiale in Qatar ha umanizzato CR7, lo ha reso sostituibile, persino rinunciabile. I suoi capricci – perché quello sembra lo snodo dell’inciampo finale – hanno spazientito persino un attempato signore portoghese rispettoso e rispettato come Fernando Santos, 68 anni, gli ultimi otto trascorsi sulla panchina del Portogallo, ora in cerca di un nuovo CT. Non ha mai avuto l’aspetto da guerrafondaio della parola, nemmeno la vis polemica che talvolta ha accompagnato i percorsi di Marcello Lippi, per citare un esempio celebre e vincente. Eppure, senza avere l’integralismo di ten Hag (per citare uno non a caso) Fernando Santos ha preso l’Icona e l’ha messa in panchina. Tale e quale a quanto il giovane collega olandese ha fatto al Manchester, arrivando a creare una strada che ha portato all’addio anticipato tra Cristiano Ronaldo e il club dove tutto iniziò e tutto potrebbe avvicinare all’eclissi della stella.

Calciomercato, le ultime sul futuro di Cristiano Ronaldo

Perché il tema è… Chi, oggi, prende Cristiano Ronaldo a cuore totalmente leggero? Per i suoi 37 anni? Forse, anzi, sicuramente, questo è il problema minore.

La solitudine del numero 7: ecco il futuro di Cristiano Ronaldo
Cristiano Ronaldo in panchina © LaPresse

Per i costi dell’operazione? Pensate un po’, anche questo aspetto potrebbe essere affrontato trovando una strada. E allora? Dove sta il problema se a tutti gli effetti ad oggi l’unica offerta arrivata (le cifre vanno “pesate” ma l’offerta c’è) è quella degli arabi. Se il Chelsea resta al momento l’ipotesi europea più plausibile, senza che però si sia materializzato uno straccio di proposta. Forse a mettere più pensiero è il Cristiano Ronaldo fuori dal campo, le tensioni che inevitabilmente ha iniziato a generare da un po’, forse involontarie, forse no, probabilmente figlie di piccole incertezze con cui non era abituato a confrontarsi.

La domanda che bisognerebbe fare a Cristiano non è quella del film di Aldo, Giovanni e Giacomo “Chiedimi se sono felice”, ma semmai… chiedimi l’ultima volta che sono stato felice. Ecco, il rischio è che si debba andare al penultimo anno di Real, il 2017, quello dell’all-in, Liga, Supercoppa di Spagna, Champions, Supercoppa Europea e Coppa del Mondo per club con Zinedine Zidane in panchina. Poi sono emersi i problemi con il fisco iberico, poi la Juventus dove comunque dalla permanenza all’addio non tutto è filato liscio, poi lo United, la tana dove tornare per scoprire che scelta più sbagliata non poteva farla. E poi la scorsa estate trascorsa quasi da occasione per il miglior offerente (che poi non era affatto così) senza trovare un altro posto dove andare.

La solitudine del numero 7: ecco il futuro di Cristiano Ronaldo
Ronaldo © LaPresse

Il futuro per CR7 è adesso, mentre rimugina sul Mondiale andato male (per sé e per il Portogallo), mentre forse in un angolo della testa è lì che si interroga se davvero chiudere così in fretta con lo United sia stata la scelta più giusta. Perché oggi Cristiano, in ogni uscita pubblica, dà la sensazione di tracciare più bilanci personali che di squadra («ho vinto tanto, ho vinto tutto»). E questo cono d’ombra dell’individualismo spinto sembra il nemico peggiore dell’Icona. Può bastare il rifugio dorato arabo?

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