Bufera Juventus, l’addio di Agnelli: “Venuta meno la compattezza”

Andrea Agnelli ha scritto una lettera ai dipendenti della Juventus prima delle dimissioni da presidente: ecco il testo della missiva

“Giocare per la Juventus, lavorare per la Juventus; un unico obiettivo: Vincere”. Si apre così la lettera che il presidente dimissionario bianconero Andrea Agnelli ha inviato ai dipendenti del club prima del Consiglio di Amministrazione che ha chiuso un’era.

Juventus, la lettera di Agnelli
Agnelli © LaPresse

La missiva è un congedo dopo 12 anni di presidenza, con le dimissioni arrivate per le novità che potrebbero esserci sulle indagini della Procura di Torino. “Chi ha il privilegio di indossare la maglia bianconera lo sa. Chi lavora in squadra sa che il lavoro duro batte il talento se il talento non lavora duro – scrive Agnelli -. La Juventus è una delle più grandi società al mondo e chi vi lavora o gioca sa che il risultato è figlio del lavoro di tutta la squadra”.

L’ormai ex numero 1 ricorda storia e DNA vincente dei bianconeri e ricorda i successi e i rimpianti degli ultimi 12 anni: “Dal 2010 abbiamo onorato la nostra storia raggiungendo risultati straordinari: lo Stadium, 9 scudetti maschili consecutivi, i primi in Italia ad aver una serie Netflix e Amazon Prime, il J|Medical, 5 scudetti femminili consecutivi a partire dal giorno zero. E ancora, il deal con Volkswagen (pochi lo sanno), le finali di Berlino e Cardiff (i nostri grandi rimpianti), l’accordo con adidas, la Coppa Italia Next Gen, la prima società a rappresentare i club in seno al Comitato Esecutivo UEFA, il J|Museum e tanto altro”.

Juventus, la lettera del presidente Agnelli

Andrea Agnelli si dimette: la lettera ai dipendenti
Agnelli © LaPresse

Agnelli va avanti e elenca tutto gli stadi teatri delle grandi imprese bianconere: “Bernabeu, Old Trafford, Allianz Arena, Westfallen Stadium, San Siro, Geōrgios Karaiskakīs, Celtic Park, Camp Nou: ovunque siamo stati quando la squadra era compatta non temevamo nessuno. Quando la squadra non è compatta si presta il fianco agli avversari e questo può essere fatale. In quel momento bisogna avere la lucidità e contenere i danni: stiamo affrontando un momento delicato societariamente e la compattezza è venuta meno. Meglio lasciare tutti insieme dando la possibilità ad una nuova formazione di ribaltare quella partita”.

Una formazione che dovrà “essere all’altezza della storia della Juventus“. Infine, dopo aver citato Friedrich Nietzsche (“And those who were seen dancing were thought to be insane by those who could not hear the music”), la frase di commiato: “Ricordate, ci riconosceremo ovunque con uno sguardo: Siamo la gente della Juve!”

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