Di Canio senza freni su Allegri: “Stucchevole e altezzoso, senza coraggio”

Juve-Lazio è lo scontro tra due degli allenatori più importanti in Italia e non solo, Allegri e Sarri, con pregi e difetti: Paolo Di Canio come sempre mai banale

Quella tra Juventus e Lazio è la sfida forse più affascinante della 15esima giornata, l’ultima del 2022 prima della pausa Mondiale. Anche perché davanti ci sono Massimiliano Allegri e Maurizio Sarri, due degli allenatori più importanti in Italia e non solo. L’allenatore della Lazio torna nella Torino bianconera dopo il pareggio dello scorso campionato che è valsa la qualificazione aritmetica all’Europa League. A distanza di due anni, l’avventura di Sarri alla Juve è ancora molto discussa tra la questione Ronaldo e soprattutto il mercato poco ‘sarriano’.

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Di Canio e Allegri © LaPresse

Nonostante questo, l’allenatore toscano resta l’ultimo ad aver vinto uno scudetto all’Allianz, come ricordato anche ieri dallo stesso Allegri. Sarà l’ultimo match prima dei Mondiali, fattore che incuriosisce molto lo stesso Paolo Di Canio: “Ho visto ad esempio Milinkovic-Savic che nell’ultima partita trotterellava, saltellava, si fermava… Anche in Verona-Juve, Allegri si arrabbiava con Di Maria. Però io li capisco. Non è una cosa super-professionale, ma credo che tutti noi nella stessa situazione faremmo lo stesso. Poi c’è Milik, che invece si sbatte in campo a prescindere nonostante gli infortuni, ma abbiamo visto giocatori che se possono si riposano”. E gli allenatori possono fare qualcosa? “L’impresa sarebbe dura anche per il numero uno dei motivatori, pure per re Leonida..”, dice Di Canio a ‘Tuttosport’.

Di Canio su Allegri: “Non ha avuto coraggio. Era diventato stucchevole…”

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Allegri © LaPresse

Di Canio, doppio ex di Juve e Lazio, analizza le qualità di Sarri, in grado di dare “uno spartito” anche senza campioni, ma anche di adattarsi come successo al Chelsea e proprio in bianconero. “La Juve stava naufragando perché non aveva uno spartito e non aveva le idee chiare. E questo lo imputo al mio amico Max. Io sono onesto: a chi tocca non si ingrugna… Fino a 4 settimane fa Allegri non ha avuto il coraggio di lanciare i giovani prima. Chiedo: possibile che un mese fa fossero meno forti? Ecco perché penso che un atto di coraggio andava fatto prima. Però, il tempo s’è perso e le cose non si vedevano. Adesso, invece, bravo anche Allegri”, racconta l’ex attaccante ora opinionista a ‘Sky Sport’.

Anche a livello di comunicazione, il tecnico bianconero non è piaciuto molto a Di Canio: “Si era messo nelle condizioni di fare muro, con quella cantilena infinita della tecnica, delle qualità. Era diventato un muro stucchevole ma che non risolve nulla. Lui voleva forse dare un messaggio, ma era un modo un po’ altezzoso. Poi la svolta: un giorno ha detto “giustamente ci hanno massacrato”. Quel giustamente ha cambiato tutto. Infine su Milinkovic-Savic e la Juve: “Sarebbe il Pogba che è mancato finora, la mezzala che nel 4-3-3 diventa trequarti. È questa l’idea di Max, lo vedrebbe negli ultimi 35 metri. Può fare la differenza, il talento non si discute ma alla Juve non puoi trotterellare, non è tacco, suola, punta, perdo due palle. Un conto è giocare con la pressione di dover vincere lo scudetto. Un po’ quello che era successo a Vlahovic: è più facile giocare alla Fiorentina”.

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