TV PLAY | Pronto l’addio alla Juve: “Non faremo le guerre”

L’agente Davide Torchia è intervenuto ai microfoni di Calciomercato.it su Tv Play. Ecco le sue dichiarazioni su diversi calciatori bianconeri

La Juventus ha battuto con un netto 4 a 0 l’Empoli. I bianconeri hanno conquistato il secondo successo consecutivo e sperano adesso di rosicchiare qualche punto alle squadre di testa

Torchia a TvPlay

Un successo netto quello dei bianconeri che non lascia dubbi: “La Juve è stata compatta, ha sfruttato le qualità tecniche – afferma Davide Torchia ai microfoni di Calciomercato.it su TvPlay -. Viene da delle batoste che psicologicamente fanno male. Facendo risultati e buone prestazioni  piano piano rientri dentro. Queste vittorie fanno morale, ma li ho visti molto compatti quando c’era da soffrire, li ho visti stretti e si sono aiutati molto. Questo la dice lunga su quello che è importante: la compattezza del gruppo, il darsi una mano, che non è una frase fatta, ma nel calcio moderno è molto importante”.

Vicario stasera ha subito quattro gol ma è certamente uno dei migliori interpreti del ruolo in questo inizio di stagione – “Da ex portiere si sfonda una porta aperta con me – prosegue Torchia -. Quando lo vidi al Cagliari, nell’anno in cui Daniele (Rugani n.d.r.) era in prestito in Sardegna, e faceva il vice a Cragno lo vidi entrare a San Siro e fece una partita che dissi a Daniele ‘se questo fa il secondo, parliamone, perché mi sembra che abbia delle qualità importanti’. Oggi ha fatto bene, ma l’ho visto fare ancora meglio. È reattivo, tecnico, mi dicono anche che sia un bravissimo ragazzo, concentrato, che in questo mondo non è che faccia male. Una volta sembrava normale, adesso averli applicati e con la testa giusta è un grande vantaggio. Per me è un giocatore che potrà essere il futuro della Nazionale, nonostante trovi davanti Donnarumma, però per me è tra i primi tre portieri italiani da qui ai prossimi 7/8 anni minimo e meriterebbe una chance. Tante volte prima di guardare fuori, guardare al proprio orto non farebbe male”.

Immancabile una battuta anche su Rugani – “Alla Juventus non c’è scritto mutuo soccorso, ma s.p.a. a scopo di lucro, non stai mai in paradiso a dispetto dei santi o fai 120/130 partite nella Juventus vincendo gli scudetti perché sei bello o simpatico. Detto questo, noi abbiamo avuto sempre un rapporto talmente viscerale e profondo e da supporter che alla Juventus abbiamo sempre detto: ‘Noi siamo qua, se possiamo dare una mano ed essere utili, con grande umiltà ci prendiamo le nostre responsabilità e siamo qua’. Nel momento in cui non va più bene questa situazione ce lo dite e non saremo mai quelli che ci metteremo a fare le guerre, troveremo una soluzione diversa. Lo hanno fatto una volta, chiedendoci di andare in prestito e siamo andati (al Rennes n.d.r.). Penso sia un punto di merito in questo mondo non fare le prime donne che si lamentano perché la maglietta era troppo stretta o troppo larga e invece cercare di badare al sodo e dare una mano al proprio club”.

Juventus, Torchia: “Vlahovic un fiume in piena. Ecco cosa deve imparare”

Torchia a TvPlay su Juve-Empoli
Vlahovic ©LaPresse

Immancabile una battuta su Dusan Vlahovic, che contro l’Empoli è rimasto a secco – “Lui vorrebbe tutte le partite essere stra-determinante – prosegue Torchia -, sente questo peso che deve trascinare la Juve. Ma è per questo che si gioca in undici, perché ci si aiuta e si spartiscono responsabilità, errori e gioie. Lui perde molte energie a litigare con l’avversario e poi con l’arbitro, e questo è dovuto anche alla gioventù perché giocatori di un certo livello non si fanno in un attimo”.

Crescita – “Con questo fiume in piena deve imparare a stare un pochettino tranquillo, perché anche un movimento fatto bene e mandare in porta il compagno l’allenatore che sa di calcio lo vede, non ti dice che hai giocato male, anzi ti fa notare queste cose. È come per i difensori, tante volte vai a vedere i contrasti vinti, ma chiudere tante linee di passaggio perché sei nel momento giusto al posto giusto e la palla lì non arriva è una cosa fatta bene che all’occhio del tifoso non arriva. Lui deve stare un pochettino più sereno perché l’allenatore ha fiducia in lui e la società ha fiducia in lui. Però lo fa per grandissima generosità. Lui deve imparare qualche movimento in più e Milik, che è un maestro in questo, lo aiuterà. È come per i portieri, a cui io dico che quando non arrivano tiri non è che devi far vedere per forza che sei bravo con un’uscita pericolosa, se non fai un errore è meglio”.

GRUPPO – “È vero che la carenza di risultati mette un po’ a nudo certe situazioni, magari il gruppo pensava di essere cementato e magari non era così cementato. Non dico che litigavano e queste cose qua, che sentivo quando giocavo e ora sento ancora le stesse cose, lasciamole agli haters queste cose, parliamo di calcio e non di pallone.  Allora hanno capito tra di loro che bisognava cementare questo spirito di sacrificio per il compagno e per il risultato finale che la Juve ha sempre avuto nel suo DNA. Perché il DNA della Juve è sempre stato quello di giocare da provinciale e in più avere dei campioni per vincere, giocare come per cercare di non retrocedere e avere i giocatori per vincere i campionati. La crisi ha messo a nudo qualcosa nel gruppo che andava migliorata, qualche leader ci ha messo del suo, qualcuno si è caricato delle critiche anche non tutte completamente sue, come il capitano (Bonucci n.d.r.) e altri. E l’allenatore ne sta uscendo, anche su Kean, se lo avesse tenuto sempre fuori nessuno avrebbe detto niente e invece lo ha tenuto dentro, col Toro ha fatto bene anche se ha sbagliato un gol, lo ha riproposto e adesso si ritrova un giocatore che può essere utile alla causa. Quando iniziano a tirarsi i giocatori uno con l’altro se ne viene fuori”.

 

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