Il vero nodo per la Superlega: “Non possono farlo”

Il progetto Superlega non è svanito e Juventus, Barcellona e Real Madrid non hanno alcuna intenzione di mollare la presa. L’avvocato Grassi ha fatto il punto della situazione

Il terremoto Superlega non è ancora svanito del tutto. Nonostante le proteste popolari, il ritiro della maggior parte delle squadre incluse e le regole UEFA, oltre alla battaglia legale.

Il vero nodo per la Superlega: "Non possono farlo"
Agnelli © LaPresse

Juventus, Barcellona e Real Madrid sono ancora dentro e non hanno intenzione di mollare, tanto che la questione potrebbe tornare di nuovo in auge nel prossimo futuro. I problemi, però, restano e sono difficilmente risolvibili. Ne ha parlato l’avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo, ai microfoni di ‘Free.it’: “La Superlega è fattibile? Non si tratta tanto di una questione di ‘fattibilità’, quanto di compatibilità con le competizioni disputate nell’ambito del ‘calcio organizzato’ (Federazioni nazionali, UEFA, FIFA)”.

Caso Superlega, la spiegazione di Grassani

Il vero nodo per la Superlega: "Non possono farlo"
Ceferin © LaPresse

E poi aggiunge senza mezzi termini: “In altre parole, nessuno vieta a società – per lo più commerciali – di organizzare una competizione e di disputarla. La problematica sorge nel momento in cui queste pretendano, oltre che di disputare la lega ‘privata’, di continuare a far parte delle competizioni nazionali, UEFA e FIFA senza incorrere in sanzioni. Federazioni sportive nazionali, UEFA e FIFA sono costituite infatti come associazioni di diritto privato e hanno introdotto, al loro interno, regole di appartenenza applicabili a tutti i club che intendano farne parte, tra cui il divieto di partecipare a competizioni organizzate da enti non riconosciuti”. 

E conclude: “A mio avviso, è proprio questo il nodo: la compatibilità e non la fattibilità. La domanda corretta probabilmente avrebbe dovuto essere: qualora la Superlega venga organizzata, i club partecipanti potranno continuare a disputare le competizioni FIGC, UEFA e FIFA”. 

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