Juventus-Salernitana da Serie C: ne hanno messe solo 12

Dopo gli eclatanti episodi dell’ultima giornata di campionato, con le polemiche in Juventus-Salernitana, ecco cosa sapere sul Var

Come funziona il Var? Quante telecamere ci sono in uso? Quali informazioni vengono date agli arbitri? E cosa sono le 3 fasce? Dopo gli eclatanti episodi dell’ultima giornata di campionato, con le polemiche successive al gol annullato a Milik in Juventus-Salernitana, è bene fare chiarezza.

Rocchi al centro Var IBC della Lega Serie A © LaPresse
Rocchi al centro Var IBC della Lega Serie A © LaPresse

Il Var, come funziona nello specifico

Ci sono 3 standard per le produzioni delle partite di Serie A, stabiliti dalla Lega: A, B e C. Per ogni standard, poi, c’è un numero variabile di camere: A 18, B 16, C 12. La sfida tra Juve e i campani era inserita nel gruppo C, quello ‘low cost’, con 12 camere. A queste camere, si aggiungono la Goal line technology e la Camera tattica, camera utilizzata dalla lega per le statistiche. Quest’ultima lo scorso anno era in fase di sperimentazione, ma da questa stagione è presente in tutti gli stadi. La Camera tattica però è esclusa dalle valutazioni Var ed è quella che mostra l’intero rettangolo di gioco, proprio quella al centro del caso. È una telecamera che dovrebbe essere sempre presente e che poteva mostrare anche la posizione di Candreva, ma le cui immagini stavolta non sono giunte alla squadra arbitrale.

Viene utilizzata generalmente per le statistiche e la risoluzione è talmente bassa da non essere spesso presa in considerazione, ma forse in questo caso avrebbe potuto essere decisiva. In aggiunta, poi, ci sono le varie integrazioni di Dazn o Sky che ovviamente non vengono conteggiate. La differenza tra gli standard consiste nei costi di produzione, per i big match, ovviamente, si usa la standard A.

Vlahovic in Juve-Salernitana © LaPresse
Vlahovic in Juve-Salernitana © LaPresse

Dopo Juve-Salernitana le polemiche non si placano

“Non avevamo le immagini che mostravano la posizione di Candreva”. Questo il comunicato ufficiale dell’Associazione Italiana Arbitri (Aia) per cercare di dare una spiegazione all’indomani di quanto accaduto al termine di una partita accesissima, quella tra Juventus e Salernitana. Diciamolo subito, il Var non è piaciuto a molti fin dalla sua introduzioni e le polemiche non sono mai mancate. Questa volta, però, il caso è stato talmente eclatante che è stato quasi impossibile non interrogarsi sulla effettiva utilità di questo strumento. Calcio d’angolo per la Juventus in pieno recupero, colpo di testa dell’attaccante polacco Arkadiusz Milik, posizione del compagno di squadra Leonardo Bonucci considerata attiva e in fuorigioco, decretando sul momento l’annullamento della rete da parte dell’arbitro Marcenaro .

Le immagini che sono state diffuse già al termine della partita in televisione mostravano invece la chiara posizione di Candreva, vicino alla linea di fondo campo e in prossimità della bandierina del calcio d’angolo, che teneva in gioco tutti i giocatori della Juventus, Bonucci compreso. Il gol insomma era valido, ma gli arbitri non hanno avuto a disposizione i mezzi per giudicare, nonostante sul momento il guardalinee potesse teoricamente vedere la posizione dell’esterno granata.

Gravina © LaPresse
Gravina © LaPresse

Il presidente Gravina interviene sul caso

Anche il presidente della Figc Gravina interviene sull’errore commesso dal Var durante la partita tra Juve-Salernitana. A margine di un evento a Bari, il numero uno della Figc ha spiegato come “l’immagine che è stata fatta vedere dopo non era stata messa a disposizione” perché c’è una produzione di video che non è in possesso né dell’Associazione italiana arbitri, né degli arbitri stessi, né del Var. Quelle a loro disposizione, piuttosto, “hanno visto quello che poi si è rivelato un errore”, ha detto Gravina che poi ha chiarito come, per lui, non abbiano sbagliato “né gli arbitri, né il Var. Se un episodio così, dopo sei giornate di campionato, deve far urlare allo scandalo. Diamoci tutti una calmata e torniamo nei nostri ranghi”, ha dichiarato ancora. Per Gravina, infatti, l’utilizzo della Video Analyst Request non rende “infallibile” l’operato dei direttori di gara, ma “serve a ridurre al minimo il margine d’errore. Se ci sono degli errori cominciamo a riconoscere prima i nostri, poi pensiamo a quelli in capo agli arbitri”, ha concluso sull’argomento.

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