Italia-Germania, Mancini: “Da domani si apre il nuovo ciclo. Ripescaggio? Vi spiego”

Vigilia di Italia-Germania in Nations League, il Ct della Nazionale Roberto Mancini presenta la sfida in conferenza stampa

L’Italia al via di un nuovo ciclo, ancora con una ripartenza da zero o quasi. Dopo la rovinosa sconfitta nella ‘finalissima’ contro l’Argentina, a Londra, via a una Nazionale azzurra con molti esordienti, per i prossimi match di Nations League. In nove, hanno lasciato il ritiro di Coverciano in queste ore.

Italia-Germania, la conferenza stampa di Mancini
Roberto Mancini © LaPresse

Quattro gare in undici giorni, per cominciare a costruire il futuro azzurro. Si comincia da domani sera a Bologna contro la Germania, la sfida viene presentata in conferenza stampa dal Ct Roberto Mancini.

Lo spirito di Wembley come si ritrova?
Sono quelle cose che si mettono insieme nel tempo, è stato preparato nei 20 giorni prima dell’Europeo e nei mesi prima. Poi ci sono magie che capitano in quei tornei lì, dobbiamo ricostruire piano piano e ritrovare quello spirito.

Continui a sentire la fiducia della squadra e dei vertici?
La sento, l’ho sempre sentita, non ho mai avuto questi problemi. Ma nel calcio è così, quando vinci è tutto perfetto e sono tutti con te, quando perdi sono tutti contro di te. È normale.

Queste partite di Nations League ti preoccupano? È complicato ricostruire in poco tempo. Sei preoccupato da quello che hai visto con l’Argentina?
Dopo l’Europeo abbiamo pagato anche la perdita di tanti giocatori importanti che ci hanno condizionato. Con l’Argentina è la prima volta in tre anni e mezzo che incontriamo una squadra che ci ha messo sotto, poi loro stavano bene e forse erano più freschi. Poi ci vuole tempo, non ci inventiamo i giocatori, sappiamo che ci sarà da soffrire abbastanza e vedremo cosa accadrà.

Tutti noi coltiviamo la speranza di essere ripescati per il Mondiale: dentro di te c’è un appiglio razionale a questo?
Io ho risposto a una domanda, e ho detto che se ci dovessero ripescare allora andremmo. Nella storia del Mondiale c’è stato il ripescaggio della Danimarca all’Europeo, ma sono cose che non sono mai venute fuori da noi ma sempre dall’estero. Io ho risposto solo che andremmo ovviamente, se ci dovessero ripescare. E ci andremmo come miglior squadra del ranking tra i non qualicati e come campioni d’Europa. Ho solo risposto a una domanda, non mi sono inventato niente.

Ci sarà da cambiare nei giocatori?
Sì, anche 20 su 20. Tanti sono andati via perché hanno bisogno di recuperare, non erano in condizione e gli avrei creato problemi anche per settembre. C’è chi deve recuperare, chi ha dato troppo in questi due anni, ci prendiamo dei rischi ma meritavano anche di avere un po’ di recupero. Altrimenti non ce la farebbero.

Come mai sono andati via Zaccagni e Lazzari?
Ha sorpreso anche me, stavano bene. Loro hanno detto che avevano problemi e non erano in grado di giocare e li abbiamo mandati a casa.

Affronterete squadre molto forti.
Affrontiamo forse le squadre più forti, Germania e Inghilterra, con grandi giocatori. Cambiando molto ci prendiamo dei rischi, ma sono partite che se dovessero andare bene a livello di gioco può essere un buon inizio.

Cosa significa la Germania per te?
Per me la Germania è la finale del Mondiale dell’82. Ero ragazzo, giocavo da un anno in Serie A ed ero nei 40 che potevano andare al Mondiale. Poi c’è stata quella del 2006, ma per me come età è stata la partita dell’82.

Quattro anni fa hai ricostruito, con un’idea precisa del gioco affidata a giocatori precisi. Qui è una ripartenza: a cosa ti affiderai adesso?
Ora abbiamo chiamato anche quelli che fisicamente ci sono. Alcuni giocano in A da tempo, altri no, ma fisicamente sono in condizione. Mancano d’esperienza, ma il filo è sempre lo stesso su giocatori che abbiano qualità e velocità, che magari non sono come Verratti e Jorginho che giocano a certi livelli e ci vorrà più tempo. Poi a settembre o marzo potremo recuperare qualcuno, se noi riuscissimo a dare dei minuti a questi ragazzi il filo conduttore resta lo stesso. Gioco, personalità e tecnica.

Il problema del gol è ancora aperto: Belotti e Immobile sono gli unici due italiani dei primi marcatori di Serie A. Ti preoccupa questa cosa rispetto alle altre?
Ci preoccupa, certo. Nel calcio devi fare gol per vincere, devi trovare attaccanti che in Italia in questo momento non ci sono. Se gli unici sono ancora Belotti e Immobile e non abbiamo altri, ma solo giovani che fanno fatica a giocare in B. E l’unico è Scamacca che non ha partite a livello internazionale. La speranza è che chi è ora in B possa arrivare velocemente in Serie A e cominci improvvisamente a segnare. Può succedere, la nostra speranza è quella.

Insigne centravanti?
Si può fare, abbiamo chiamato infatti anche delle ali che speriamo possano fare anche quello.

Cosa è importante contro la Germania?
Difendere bene e attaccare meglio. Affrontiamo una delle squadre più forti insieme ad Argentina, Brasile e Francia. Fisica, tecnica, velocissima in contrattacco, è una squadra completa e matura al 100% e forse si giocherà il Mondiale insieme alle altre. Sarà una partita difficie e tosta, dobbiamo difendere da squadre e attaccare e pressare come abbiamo fatto per tre anni e mezzo, anche con giocatori che non sembravano in grado di fare questo ma l’hanno fatto.

Prematuro dire che da domani inizia già un nuovo ciclo o la vera ripartenza è da settembre?
No, è adesso. Non vuol dire che chi è andato a casa, perché era ‘sfatto’ fisicamente, non possano rientrare. Anzi ci saranno sicuramente, visto che i più esperti come Chiellini e Bonucci in passato hanno aiutato gli altri. Succederà la stessa cosa.

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