“Se non vuoi subentrare, non puoi fare il titolare”: il mantra di Spalletti

Arrivano le parole di Luciano Spalletti dopo la vittoria del suo Napoli col Cagliari grazie ai gol di Osimhen e Insigne

"Se non vuoi subentrare, non puoi fare il titolare": il mantra di Spalletti
Spalletti © Getty Images

Luciano Spalletti, allenatore del Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di ‘DAZN‘ dopo la vittoria contro il Cagliari per 2-0: “Abbiamo già perso. Non andate a cercare sto fatto che prima o poi… Abbiamo già perso negli anni passati, e anche col Benevento quest’anno. Ogni volta che giochiamo una partita è ufficiale. Dobbiamo migliorare la qualità sulla trequarti, per chiudere partite come quella di oggi. C’è la possibilità di stanare e crearsi lo spazio”.

Condominio – “Noi dobbiamo ancora crescere. C’è potenzialità, c’è possibilità. Stasera s’è fatta una buona partita perché l’abbiamo gestita, senza affannarci quasi mai e forzare. E quindi se l’avessimo chiusa sarebbe stato meglio. Si sa, le partite vanno sempre così. Quando prendi un tiro in porta, un gol… Dove ancora c’è da crescere bisogna vedere come si reagisce. Bisogna essere coscienti di quelli che siamo. Ci sono ancora squadre che devono entrare a regime e che possono fare questi punti qui”.

Anguissa – “E’ chiaro che in Inghilterra diventa meno evidente perché loro hanno in più questa fisicità, questa resistenza, questa corsa. In Italia si prediligono altre caratteristiche, quindi le sue diventano più evidenti. Va a completare il Napoli che in quell’aspetto era carente. Lui alla fine del primo tempo parla del contorno della sua posizione. Si dice prendere continuamente notizia e andare a vedere da dentro il campo, quelli che sono i comportamenti della squadra avversaria, le scalate che fanno. Persona intelligente, calciatore forte e ragazzo tenerissimo. Il modo in cui si è integrato è veramente particolare”.

Sostituti pronti a subentrare – “Chi non si sente titolare a entrare a partita iniziata, non può fare il titolare neppure dall’inizio. Perché ha una personalità rivolta a se stesso, e non rivolta alla squadra. Rarità? Dipende che cosa si vuol fare. Per poter ambire a entrare in Champions League, dev’essere diffusa nello spogliatoio. Se uno non lo capisce lo si deve far capire. Uno è titolare del secondo tempo, di 10′. Sono tuo amico se mi dai la maglia e altrimenti no, che discorso è?

Continua sulla panchina – “Serve a voi giornalisti per creare delle situazioni all’interno. Questo è il comportamento che devono avere. Ci sono tante partite. C’era da far tirare la carretta a qualcuno. Non c’era fino a questo momento il bisogno di fare turnover. Si vede che devono entrare in forma alcune squadre. Poi è chiaro che quando giochi ogni due giorni e mezzo è un altro tipo di discorso. E ci vogliono quelli che si sono allenati bene, non quelli che hanno la puzza sotto il naso”.

Sui 2 anni fermo – “Perché qualche volta mi è piaciuto andare a discutere, perché è un atteggiamento di difesa in base a dove volete andare a parare. Io ormai ho 63 anni. Sono stato un calciatore scarso, un allenatore scarso, ma mi sono fatto sempre fatto il mazzo dalla mattina alla sera. Ma facendo così ho battuto squadre e allenatori più forti”.

Impostazioni privacy