Ibra non è più ‘cadabra’ | Anche gli dei devono saper dire basta

Ibra sempre più in dubbio per la gara con la Juve: l’anagrafe non mente, sempre più difficile per il Milan gestirlo. Dire basta non è reato

Ibrahimovic in forse con la Juve
Zlatan Ibrahimovic @GettyImages

Il grande campione è l’essenza del calcio, è il motivo per cui ci si esalta, è quel sogno intangibile che ogni amante di questo sport vorrebbe incarnare. Zlatan Ibrahimovic appartiene a questa categoria: uno stretto novero di 30 calciatori che hanno reso immortale il gioco, lo hanno migliorato e diffuso. Sono moderni eroi che nel Medioevo avrebbero avuto il Turoldo di turno che li avrebbe narrati in qualche poema. La Chanson de Zlatàn avrebbe narrato le gesta del vichingo dal sangue gitano che ha conquistato trofei ed onori, senza mai adeguarsi agli avversari, mostrando fiero il petto ed il piede.

Turoldo, oggi, è stato sostituito da YouTube (in tal senso Per seguire e interagire in DIRETTA sulle ultime di Calciomercato ISCRIVITI al canale YouTube!), ma quanto Ibra ha fatto resterà per sempre. Ora, però, c’è da chiedersi se bisogna guardare oltre, come hanno già fatto tanti dei nostri lettori.

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Ibrahimovic © Getty Images

Infortuni, gestione e futuro: Ibra pensi a dire stop

Dopo il gol alla Lazio, la leggenda sembrava aver scritto un nuovo capitolo: per restare ancora ai livelli che sono stati quelli della leggenda. Subito dopo il match, la notizia che Ibra, invece, non ci sarebbe stato contro il Liverpool. Ed ora, è in forte dubbio la sua presenza con la Juve dopo che anche l’inizio di stagione era stato saltato. Nei giorni scorsi vi abbiamo descritto la possibilità che lo svedese dica basta con il calcio giocato, seguendo altre strade. Non si tratta di arrivare a conclusioni affrettate, ma di assecondare anche rumors che arrivano dal mondo continuo ad Ibra.

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Chi ama il calcio internazionale conosce Zlatan dal 2000, da quando anche i primi giochi di calcio manageriale facevano intuire che fenomeno sarebbe stato. Vent’anni passati a conquistare campionati e cuori, come uno straordinario cavaliere. Ora, però, Ibra non diventi l’ombra dello straordinario campione che è stato: un passo di lato, lasciare il rettangolo verde può esser un nuovo inizio. Il Milan ha bisogno di un leader che possa esser tale anche in campo: non in 50 gare, ma almeno in 30/35: la sensazione è che questo Zlatan, ora come ora, ne possa affrontare meno.

Chiudere in rossonero, nella città che lo ha adottato è glorioso, non spingersi oltre i limiti che anche gli dei possono avere è doveroso.

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