Coronavirus, Fondazione GIMBE: “Riaperture non siano liberi tutti, ospedali ancora in affanno”

Coronavirus, il report settimanale della Fondazione GIMBE evidenzia un quadro in miglioramento: ma ospedali e contagi preoccupano ancora

Nuovo report settimanale della Fondazione GIMBE sull’andamento dell’epidemia di coronavirus nel nostro paese. I numeri dei sette giorni dal 14 al 20 aprile sono in miglioramento rispetto alla settimana precedente per quanto riguarda nuovi contagi (90.030 vs 106.326), decessi (2.545 vs 3.083), casi attualmente positivi (482.715 vs 519.220), ricoveri ospedalieri (23.255 vs 26.952) e terapie intensive (3.151 vs 3.526). Un quadro che però, si spiega, risente molto degli effetti dell’ultimo periodo in zona arancione o rossa per tutto il paese e con un trend che potrebbe andare in risalita dopo metà maggio. Senza contare che ci sono ancora quattro regioni oltre la soglia di allarme (40%) per l’area medica e ancora dodici regioni oltre la soglia (30%) per le terapie intensive.

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Il report suggerisce quindi che le riaperture, effettuate ‘sul filo del rasoio’, non debbano essere interpretate come un liberi tutti o la situazione potrebbe nuovamente precipitare. La circolazione del virus è infatti ancora elevata e la vaccinazione di massa, se tra alcune settimane potrà sortire positivi effetti sulle ospedalizzazioni per la copertura di over 80 (giunta a oltre l’80%) e over 70 (che si attesta ancora intorno al 40%), procede ancora a rilento. Siamo negli ultimi sette giorni a una media di 320mila somministrazioni al giorno, lontani dalle 500mila ipotizzate dal generale Figliuolo. Per consentire una riapertura reale del paese nel medio-lungo periodo, si legge ancora, occorre ripensare il sistema delle regioni a colori, potenziare il tracciamento, migliorare i trasporti e intensificare i controlli, per non rimanere in una situazione di stallo fino all’avvenuta vaccinazione di massa.

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