CMIT TV | Superlega, Mamoli | Dall’Eurolega all’NBA fino al Salary Cap

Ai microfoni di CMIT TV è intervenuto il giornalista di ‘Sky’, Alessandro Mamoli per parlare di Superlega, NBA ed Eurolega 

Nel corso di CMIT TV ha parlato il giornalista di ‘Sky Sport’ Alessandro Mamoli, soffermandosi in particolare sulla questione Superlega ed il paragone con Eurolega ed NBA: “Mi aspettavo che venisse percorsa questa strada. Ne sentiamo parlare da diverso tempo. ‘Noi’ del basket sembra quasi una cosa vecchia perchè era la stagione 2000/2001 che nasceva l’Eurolega con concomitanza della Suproleague. L’NBA invece è cresciuta così. Arrivò David Stern a gestirla come una azienda, con l’obiettivo di generare profitto. Che sia NBA o Formula 1 lo fai perchè stai cercando di ottenere una valorizzazione del tuo brand. Quando è nata l’Eurolega il campionato italiano era di altissimo livello. Oggi dai quasi per scontato quell’accesso di cui fa parte Milano. Dietro non hai altre squadre che possano avere una struttura tale da ‘pretendere’ un posto. Ci sta arrivando un po la Virtus Bologna”.

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Mamoli ha proseguito: “Anche l’Eurolega come la Superlega garantisce un accesso minimo alle squadre che ci arrivano con la meritocrazia. Io penso che quello sia un passo necessario che in America c’è sempre stato. Un passo che il calcio inizia ad affrontare oggi. Sento parlare di meritocrazia sportiva ma, è brutto dirlo, si tratta di meritocrazia economica perchè solo se hai certi standard economici fatti da seguito, pubblico, tifosi e da cosa produci, allora hai l’accesso a questo club esclusivo. Non credo sia una questione che diminuisca il livello del valore del gioco. Juve, Milan e Inter hanno fatto sapere che il campionato italiano lo vorrebbero continuare a fare. Temo che all’interno della parte economica di ciò che sposta il Milan, sia diverso rispetto a ciò che sposta lo Spezia. Non si parla del campo, dove ognuno se la gioca come nelle coppe inglesi. È bene che chi decida di perseguire questa strada abbia chiari obiettivi”.

SALARY CAP – “Io non so se sono destinati ad esempio instaurare una sorta di Salary Cap, dove magari decidono un tetto salariale per cui riescono a creare un certo tipo di equilibrio. Metti un range e può aiutare a creare equilibrio come in NBA. 20 squadre di quel livello possa essere sicuramente un campionato più equilibrato. All’interno del sistema immagino decidano anche una sorta di premi a seconda dei risultati. In questo momento conta la parte economica, poi quella sportiva torna”.

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