Barcellona: c’è l’accordo, ma la guerra continua – Ultime CM.IT

La riduzione degli stipendi svela ulteriori tensioni

BARCELLONA MESSI DIRIGENZA CORONAVIRUS / Il Barcellona sta vivendo la stagione più tragica dell’ultimo ventennio. Difficile ricordare in un’altra annata dei catalani una serie di disastri così lunga e profonda, le cui ferite si trascineranno per mesi, per quanto le dichiarazioni di facciata di Bartomeu provino a dimostrare il contrario. L’ago della bilancia è sempre lui, Leo Messi, che col durissimo comunicato di ieri ha annunciato un accordo che, più che un armistizio, sembrava una dichiarazione di guerra. L’ennesima.

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Barcellona, continua la battaglia tra giocatori e dirigenza

La tensione causata dagli scandali degli ultimi mesi non poteva non avere ripercussioni in una negoziazione delicata come quella di questi giorni. Il club aveva avvertito i calciatori che, se non fosse arrivato un accordo comune per la riduzione degli stipendi, sarebbe ricorso all’ERTE (Expediente de Regulación de Empleo Temporal) strumento legale applicabile in condizioni eccezionali, come quella che stiamo vivendo per l’emergenza coronavirus, che riduce la giornata lavorativa o sospende i contratti in essere.

Il fatto che l’accordo sia arrivato in extremis conferma (casomai ce ne fosse stato bisogno), la grande tensione tra le parti. Messi e compagni rinunceranno al 70% dello stipendio durante lo stato d’allerta in Spagna (attenzione, quindi: non al 70% dello stipendio annuale) e aiuteranno i dipendenti non sportivi della società a percepire integralmente le loro paghe.

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Calciomercato Barcellona, Messi sfida Bartomeu: il rinnovo si complica

Un bel gesto, corredato però dall’ennesima frecciata alla dirigenza da parte del capitano. D’altronde, le versioni non combaciano: se, come dice Messi, l’accordo non è mai stato un problema, perché la dirigenza ha fatto sapere alla stampa che i giocatori non erano disposti a ridursi il loro salario? Perché, inoltre, gli stessi hanno comunicato il loro ok a poche ore dall’ultimatum del club, che senza un accordo avrebbe utilizzato l’ERTE ‘imponendo’ i tagli?

Una guerra istituzionale a tutti gli effetti, giocata in maniera pubblica a suon di rumors, comunicati e interviste, figlia di una frattura ormai insanabile, i cui effetti sono imprevedibili. Messi, per esempio, ha il contratto in scadenza nel 2021 e una clausola gli consente di liberarsi gratis già nella prossima sessione di calciomercato: bisognerebbe trattare il suo rinnovo subito. Farlo in questa tempesta perfetta non sarà semplice.

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