Pallone d’Oro, ESCLUSIVO Felici: “Non lo darei a Messi, né a Ronaldo. Ma il Liverpool è a rischio dispersione”

Il corrispondente per l’Italia di France Football sul trofeo che sarà assegnato oggi: “E se per Zaniolo le cose andranno come immagino e spero…”

PALLONE D'ORO 2019 / Un anno fa Luka Modric, trascinatore della Croazia ai Mondiali e del Real Madrid in Champions League, interrompeva il duopolio Messi-Ronaldo durato dieci anni. Dodici mesi dopo, si assegna stasera l'edizione 2019 del prestigioso Pallone d'Oro di 'France Football' e il croato non rientra neanche nella lista dei 30 finalisti candidati. Toccherà di nuovo a Messi sollevare, per la sesta volta, il più ambito trofeo individuale? Ne parliamo con Antonio Felici, corrispondente per l'Italia di 'France Football', che ai microfoni di Calciomercato.it racconta le sue sensazioni e le sue opinioni sul Pallone d'Oro 2019 e non solo. Tutte le news di calciomercato e non solo: CLICCA QUI

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La novità di quest'anno è il trofeo Yashin. Da dove nasce l'esigenza di creare un premio dedicato ai portieri?
Diciamo che l'esigenza intanto nasce dal fatto di rendere il Pallone d'Oro un premio il più estensivo possibile. Nel corso degli anni il Pallone d'Oro è andato incontro ad una serie di evoluzioni che piano piano lo hanno adeguato ai cambiamenti del calcio. Negli ultimi anni ci sono stati due novità che andavano a coprire un buco: quella del calcio femminile, che a livello internazionale ormai da tempo ha un movimento per valorizzarlo, e poi quello del premio Under 21. Per i portieri ti do la mia interpretazione: è un ruolo estremamente svantaggiato nell'assegnazione di questo premio, perché a parte Yashin, nessun altro portiere ha avuto l'opportunità di di vincere questo premio pur essendoci andati vicini in alcune occasioni. Due di queste tre occasioni clamorose riguardano portieri italiani, perché ci andò vicinissimo Zoff che arrivò secondo, ci andò vicinissimo Kahn, ma soprattutto Buffon quando vinse Cannavaro dopo la vittoria del Mondiale. Quest'anno abbiamo Alisson candidato, il problema è che il portiere è sempre svantaggiato. Perché un po' l'opinione pubblica in generale e di conseguenza anche gli esperti tendono a favorire i campioni che segnano i gol e decidono le partite con le prodezze, dimenticando che tante volte le partite si possono decidere e vincere pure se hai un portiere che annulla due o tre occasioni clamorose degli avversari. Questo premio è una forma di risarcimento nei confronti dei portieri che magari non arrivano a vincere il Pallone d'Oro, ma comunque gli viene data una gratificazione per quello che è il loro ruolo e per quello che hanno fatto nella stagione. Diciamo che è un premio che va a riconoscere una sua specificità ad un ruolo che altrimenti verrebbe sempre sacrificato.

Un ruolo che si sta evolvendo tantissimo in questi anni. Un prototipo di portiere da premio Yashin, che caratteristiche dovrebbe avere?
“Le regole che poi portano a questi riconoscimenti sono sempre quelle alla base della filosofia del Pallone d'Oro. Parliamo di calciatori che nell'arco della stagione si sono imposti per tutta una serie di fattori. Un fattore che non si può trascurare è quello dei trofei vinti e di quanto il singolo giocatore può aver contribuito personalmente alla vittoria di quei trofei. Ma non è solo quello. Perché anche la leadership, il fatto di essere riconosciuto dai compagni come leader è un fattore che i giurati devono sempre tenere in considerazione. Io credo, sempre opinione personale, che il premio debba anche premiare appunto quei portieri che riescono a interpretare l'evoluzione del ruolo. Anche da un punto di vista storico, prendere un premio che porta il nome di Yashin, significa già di per sé interpretare il ruolo in maniera originale e modernissima perché Yashin ai tempi, e ancora oggi se vogliamo, è un portiere di una modernità assoluta. Il mio pensiero è che chi alzerà nei prossimi anni questo premio, debba rispondere anche a queste caratteristiche: un portiere che sia cosciente anche nel suo modo di stare in campo di quella che è l'evoluzione del ruolo.

Passiamo al Trofeo Kopa per gli Under 21. La prima edizione è andata a Mbappé, quest'anno il successore potrebbe essere Joao Felix. Saranno loro i due futuri del prossimo futuro, anche in chiave Pallone d'Oro?
“È un discorso un po' prematuro, c'è una differenza tra i due. Mbappé l'anno scorso ha vinto il Trofeo Under 21 ma poteva tranquillamente concorrere al premio dei grandi. È un giocatore che nonostante la giovane età, per quello che ha dimostrato in campo e per il talento smisurato che ha, è su un altro livello in questo momento. Diciamo che Mbappé sicuramente ha delle caratteristiche che possono far sperare gli appassionati di calcio che in futuro non troppo lontano possa diventare un giocatore non dico al livello di Messi e Ronaldo, ma un top dei top sì. Joao Felix è un giocatore che mi piace tantissimo, ma su di lui bisogna aspettare ancora un pochino. Se su Mbappé mi pare non ci possano essere grandi dubbi, da Joao Felix bisogna aspettarsi ancora qualche risposta. Che possa esserci in futuro prossimo un dualismo tra Joao Felix e Mbappé non mi azzarderei a dirlo perché è presto. Ma aggiungerei un'ultima considerazione. Di giovani interessanti in giro non è che ci siano soltanto loro, perché anche noi a livello italiano qualcosa cominciamo a sfornare. Per esempio, Zaniolo che è stato il candidato italiano dell'anno scorso, è uno che se le cose vanno come io immagino e spero, è uno che è destinato a fare una grande carriera anche di livello internazionale. Vedremo con quale maglia, perché questo non è chiaro, però in giro giovani interessanti con grandi potenzialità ci sono. Aspettarsi che si possa vivere in tempi brevi ad un altro dualismo Messi-Ronaldo mi sembra difficile perché credo sia stata un'eccezionalità assoluta”.

Veniamo ai favoriti per il Pallone d'Oro. Modric ha interrotto il dominio di Messi e Ronaldo, quest'anno è fuori dai 30 e tornano fuori i soliti due. Partirei da Messi che sembra il favorito, secondo la tua opinione perché meriterebbe di vincerlo?
“Ti do un parere personale secco che riguarda sia Messi che Ronaldo. Se dovessi decidere in maniera monocratica a chi assegnare il Pallone d'Oro, secondo me quest'anno il Pallone d'Oro non lo deve vincere né Messi né Ronaldo. Perché quest'anno Messi ha fatto la solita grande stagione, però alla fine questo è un premio che va anche al calciatore che vive da protagonista assoluto le grandi partite e i grandi successi internazionali. Devo dire quindi che Messi con la nazionale come al solito non è pervenuto e ha partecipato anche lui al fallimento del Barcellona in Champions League. Per cui in un anno che non ospita competizioni per nazionali, alla fine l'elemento più qualificante è il percorso in Champions League. E da questo punto di vista ci sono calciatori che secondo me hanno fatto meglio di lui. Per quanto riguarda Ronaldo, faccio un discorso simile nel senso che lui ha sempre fatto bene con la nazionale, ha anche vinto questo nuovo torneo della Nations League, ma dal mio punto di vista non è un elemento sufficiente per potergli consentire di superare altri giocatori che sono stati più decisivi di lui. Fermo restando che io sono un estimatore assoluto di Ronaldo e preferisco Ronaldo a Messi, però secondo me nessuno dei due, pur avendo disputato due stagioni significative, dovrebbe vincerlo. Ma è un'opinione strettamente personale”.

A proposito di Ronaldo. Come lo stai vedendo in questa nuova stagione con la Juventus?
“Io penso che non ci sia un problema con la Juventus o con l'allenatore, semplicemente le prestazioni di Ronaldo per una serie di motivi non sono staordinarie come lui ci ha abituato a fare. Probabilmente dipende da una condizione fisica non proprio straordinaria, da questo famoso dolore al ginocchio. Poi è chiaro che Ronaldo dice di non sopportare le sostituzioni. Ma le sostituzioni non le sopportano i giocatori normali, figuriamoci i numeri uno al mondo che sono lui e Messi. Questo lo posso anche capire, ma capisco anche il punto di vista del tecnico che ha una rosa di fuoriclasse nascosti in ogni angolo dello spogliatoio per cui alla fine se si ritrova in squadra un Ronaldo che non dà il contributo che ci si aspetta, Ronaldo una volta può andare anche in panchina, non credo che sia la fine del mondo. Diverso è il discorso quando gioca con la nazionale dove lì è il re. E lui lì ha ancora dei record da battere, perché tra un po' se tutto va come deve andare diventerà il giocatore con più gol in assoluto realizzati con la maglia di una nazionale, che è un record senza senso se ci pensi, visto che chi detiene il record in questo momento segnava caterve di gol incontrando squadre improponibili. In nazionale magari le motivazioni lo portano ad essere comunque decisivo, nella Juventus le alternative sono tante, ci sono Higuain e Dybala che sono stati rilanciati alla grande da Sarri. Perché una battuta d'arresto ci può stare, tenendo anche presente che Ronaldo comincia ad avere una certa età. Col passare degli anni non possiamo aspettarci un aumento delle prestazioni dal punto di vista atletico ma semmai una diminuzione”.

Non daresti il Pallone d'Oro a Messi e Ronaldo, ma quindi a chi lo daresti?
“Io sono fermamente convinto che in questo 2019, un anno senza trofei per Nazionali, la squadra che ha vinto la Champions League secondo me dovrebbe esprimere il vincitore del Pallone d'Oro. Fosse per me, lo darei ad un giocatore del Liverpool. Detto questo, personalmente lo darei ad Alisson perché sarebbe la seconda volta dopo tanti anni, dopo Yashin, e perché ricordiamoci che non ha vinto da protagonista solo la Champions League ma ha vinto altrettanto da protagonista pure la Copa America. Ti aggiungo però un particolare: i giocatori del Liverpool corrono un rischio, nel senso che quando una squadra non ha un calciatore che si staglia in maniera netta rispetto ai compagni di squadra, come fa Messi nel Barcellona per esempio, il rischio è che i singoli giurati distribuiscano le loro preferenze tra tanti giocatori della stessa squadra. Magari trovi il giurato che preferisce Alisson, un altro Salah, l'altro van Dijk. Questa dispersione di preferenze potrebbe danneggiarli perché magari giocatori come Ronaldo e Messi non hanno altri compagni di squadra che stanno a disturbarli. Un po' come successe nel 2010, in cui secondo me vinse immeritatamente Messi. In quell'anno riuscì a spuntarla perché c'erano due candidati spagnoli forti che si spartirono i voti e tra i due litiganti vinse il terzo. Il Pallone d'Oro ha anche questi meccanismi di votazione che tante volte portano a dei risultati che possono essere inaspettati. Detto questo, personalmente saluterei con soddisfazione la vittoria di un calciatore del Liverpool”.

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