SPECIALE CM.IT – Calcio e razzismo, i dati della vergogna: ‘sorpresa’ Inghilterra

Approfondimento di Calciomercato.it sul fenomeno in tutto il mondo: prima puntata

SPECIALE RAZZISMO CALCIO / Gli ululati contro Lukaku, il pallone calciato sugli spalti da Balotelli, lo sfogo di Taison: tre flash che accendono i riflettori sul lato oscuro del calcio. Razzismo, e più in generale discriminazione, che diventano troppo spesso giustificazione.'Goliardia', 'semplici sfottò', che però trasformano lo stadio, il teatro del gioco più amato dai bambini, in un luogo non proprio a loro misura. Così calcio e razzismo incrociano troppe volte le loro strade, in un legame che il sistema fa fatica a recidere: che sia responsabilità di una cultura difficile da sradicare o di normative spesso troppo incerte e poco incisive, c'è di certo che il fenomeno negli ultimi anni ha visto un'impennata di episodi che lo ha fatto diventare prioritario nell'agenda del panorama calcistico internazionale. C'è anche (soprattutto?) l'Italia sotto i riflettori quando si parla di episodi di discriminazione avvenuti all'interno di uno stadio di calcio. Ci sono le cronache settimanali su quanto avviene nei nostri campi e poi le parole del presidente della Fifa Gianni Infantino che solo pochi mesi fa puntava l'indice contro il nostro Paese: “L'Italia può fare di più nell'educare e trasmettere i giusti messaggi ai ragazzi. Bisogna lavorare tutti insieme, le autorità governative devono aiutarci a buttare fuori dagli stadi i violenti e i razzisti, perché si sa chi sono” dichiarava a febbraio. Più di recente, nuovo rimbrotto: “In Italia la situazione del razzismo non è migliorata e questo è grave. Bisogna combatterlo con l'educazione, condannando, parlandone, non si può avere razzismo nella società e nel calcio. Un rimedio – il suggerimento di Infantino -, è cacciare senza sconti i protagonisti di questi gesti, come accade nel calcio inglese”.

Ma davvero il nostro calcio è da portare come esempio di comportamenti discriminatori, mentre quello inglese da modello per debellare il fenomeno? I numeri dicono che le cose non stanno così, o almeno non completamente: sì, l'Italia è tra i Paesi dove avvengono più episodi di razzismo e discriminazione nel mondo del calcio, ma è – purtroppo – in 'cattiva' compagnia. Ed è proprio l'Inghilterra la nazione dove, numeri alla mano, eventi del genere avvengono in maniera maggiore.

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Razzismo e calcio, problema soprattutto Europeo

Calciomercato.it vi offre un approfondimento sul razzismo nel mondo del calcio: uno speciale in più puntate nelle quale tratteremo il fenomeno da diversi punti di vista. Si parte con i numeri, ricavati da FARE Network, un'organizzazione internazionale che si prefigge di combattere contro ogni forma di discriminazione: ogni mese l'organizzazione pubblica l'elenco di tutti gli episodi discriminatori segnalati o di cui si è venuti a conoscenza nel mondo del calcio. Siamo partiti da questi dati, che ovviamente non possono essere esaustivi visto la complessità dell'argomento, per analizzare il fenomeno in tutto il mondo. 

I numeri non lasciano adito ad interpretazione: il razzismo ed in generale la discriminazione è in aumento nel calcio. Lo dimostra la media degli episodi segnalati ogni mese: solo prendendo come riferimento temporale il 2018 e la prima metà del 2019, si è avuto un incremento dei comportamenti discriminatori (da 12.8 a 16.2). Gli episodi che rientrano nella categoria 'razzisti' sono la parte prevalente: 73% circa lo scorso anno, un po' meno (68%) da gennaio a luglio 2019. Una differenza compensata con la crescita di 7 punti percentuale degli episodi di omofobia. (VEDI FOTO 1 per i dati completi). 

Analizzando poi i comportamenti per distribuzione geografica, ecco che l'Europa finisce in maniera netta dietro la lavagna: il 79% degli episodi segnalati è avvenuto nel Vecchio Continente, con il 21% del resto del Mondo. C'è da precisare che la base europea dell'organizzazione potrebbe aver influenzato in qualche modo le segnalazioni, ma la differenza resta comunque importante. Anche perché addirittura è aumentata nella prima metà del 2019: 83% contro il 17%. (Vedi FOTO 2)

Razzismo, Inghilterra e Italia dietro la lavagna: 'modello' Germania

L'Inghilterra – proprio la Nazione che è portata ad esempio per la severità delle norme per contrastare questo fenomeno – nei due anni presi in considerazione è risultata essere sempre quella con più fenomeni segnalati: circa il 16% nel 2018%, contro il 20% di quest'anno. Nel 2019 si è però registrato il sorpasso dell'Italia sulla Spagna: dall'8% a quasi il 10% per il nostro Paese, mentre il calo spagnolo è stato importante: dall'11% al 5%. Da segnalare Francia e Germania, Paesi in cui il fenomeno sembra essere molto ristretto (FOTO 3). Nella prossima puntata del nostro speciale (mercoledì 27 novembre), ci concentreremo in modo approfondito proprio sui problemi di casa nostra. 

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Razzismo e calcio, non solo tifosi: anche calciatori e arbitri 'colpevoli'

Quando si mette in relazione calcio e razzismo, o più in generale discriminazione, è quasi automatico pensare ai tifosi come i primi responsabili. Correlazione giusta, ma non la sola: in effetti dai tifosi partono la maggior parte dei comportamenti discriminatori, con una percentuale sopra all'86% sia nel 2018 che nel 2019 e che varia di poco. Ma non sono i soli: ad esempio tra il 7% e il 9% degli episodi in questione portano la firma di calciatori, mentre nel 2019 il 3,5% è stato compiuto addirittura dagli arbitri (i dati in FOTO 4). Un fenomeno che quindi riguarda tutti con tutti che hanno la loro parte di responsabilità: tocca al sistema, insieme, reagire e trovare gli anticorpi migliori. 

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