Italia, Ventura: “Ecco perché non mi sono dimesso. Non sarei andato al Mondiale”

L’ex Ct torna a parlare dopo la mancata qualificazione al Mondiale di Russia 2018

ITALIA VENTURA / Torna a parlare Giampiero Ventura dopo la debacle Mondiale con la mancata qualificazione dell'Italia per Russia 2018. Il tecnico ligure a distanza di mesi ritorna sul playoff perso contro la Svezia, con la conseguente esclusione dalla rassegna iridata della Nazionale azzurra: “Viste come sono andate le cose vedrò i Mondiali da casa mia, magari vedrò solo la parte finale così soffrirò di meno. E' una cicatrice enorme – ha dichiarato Ventura alla trasmissione 'Che tempo che fa' – Tutto si è rotto a Madrid: abbiamo perso con la Spagna perché era più forte di noi, volevamo provare a vincerla per arrivare primi nel girone. Dopo la partita c'è stata una violenza inaudita contro di me, volevano le mie dimissioni: era la mia prima sconfitta in gare ufficiali”.

“C'è stata una delegittimazione esterna devastante e il tutto ha condizionato poi le partite successive. Anche all'interno sono stato delegittimato, visto che Tavecchio dopo l'impossibilità di assumere Lippi come Direttore tecnico ha affidato ad Ulivieri quel ruolo e non al sottoscritto – ha proseguito Ventura – Dopo la Macedonia avevo presentato alla Federazione le mie dimissioni, non poteva andare avanti in quella maniera: il pubblico ci fischiava e questo voleva dire che le cose non stavano andando bene. Le dimissioni non sono state accettate e così mi sono ritrovato in panchina contro la Svezia con una pressione enorme addosso. Non mi sono dimesso dopo la gara di Milano perché altrimenti avrei ammesso di essere l'unico responsabile di quella sconfitta, invece non era così perché le colpe erano anche di altri. Sono andato da solo in sala stampa al termine del match di 'San Siro', ci ho messo la faccia e sono diventato il capro espiatorio di un sistema che non funzionava”.

“Avevo già programmato una conferenza stampa per annunciare la mia decisione di rinunciare ad andare al Mondiale in caso di qualificazione. Era impossibile per me lavorare in quelle condizioni: chiunque fosse arrivato avrebbe avuto l'opportunità di svolgere un lavoro migliore – conclude Ventura – Il tempo piano piano farà mitigare la delusione agli italiani, mentre la sofferenza e quello che ho subito resterà per sempre nel mio cuore. Faccio un grosso in bocca al lupo a Roberto Mancini per la nuova avventura: spero che sia messo nelle condizioni migliori per poter lavorare”.

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