Torino, 69 anni fa la tragedia di Superga

Da allora il 4 maggio è la “Giornata mondiale del gioco del calcio”

TORINO SUPERGA TRAGEDIA ANNIVERSARIO / 4 maggio 1949. La squadra di calcio del Torino sta rientrando da Lisbona. In Portogallo i granata avevano appena disputato un'amichevole contro il Benfica. Primi in campionato, a quattro giornate dalla fine, non potevano immaginare che lo scontro diretto del 30 aprile a Milano contro l'Inter sarebbe stata la loro ultima partita in Italia. Erano le 17 e 3 minuti quando il Fiat G.212 della compagnia aerea ALI, con a bordo l'intera squadra, compresi dirigenti ed accompagnatori, oltre a tre giornalisti, si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della Basilica di Superga, che sorge sulla collina torinese. E' la tragedia più grande della storia del calcio italiano. Così è stata sconfitta quella squadra di invincibili, che avevano praticamente già conquistato il loro quinto scudetto consecutivo. Da allora la FIFA ha dichiarato il 4 maggio come “Giornata mondiale del gioco del calcio”.

Superga, le 31 vittime: gran parte facevano parte della nazionale

Con la tragedia di Superga non scomparve solo il Grande Torino, ma praticamente anche la nazionale italiana. Salvo il portiere Bacigalupo, che si contendeva il posto in azzurro con il collega della Juventus, Lucidio Sentimenti, gli altri erano perni fondamentali della nazionale italiana. In primis il capitano, Valentino Mazzola, padre della bandiera nerazzurra Sandro. Oltre a lui e a Bacigalupo, nella tragedia perirono anche il difensore Aldo Ballarin, insieme al fratello Dino, terzo portiere della squadra. Poi Eusebio Castigliano, Rubens Fadini, Guglielmo Gabetto, Ruggero Grava, Giuseppe Grezar, la fortissima mezz'ala istriana Ezio Loik, Virgilio Maroso, Danilo Martelli e Piero Operto. Oltre a Romeo Menti, Mario Rigamonti e Franco Ossola, a cui rispettivamente, Vicenza, Brescia e Varese hanno intitolato il proprio stadio. Gli ultimi giocatori a perire furono i due stranieri Julius Schubert, boemo nato in Ungheria e il francese Émile Bongiorni. Con loro scomparvero gli allenatori Egri Erbstein e Leslie Lievesley, il massaggiatore Osvaldo Cortina, i dirigenti Arnaldo Agnisetta, Ippolito Civalleri e Andrea Bonaiuti, i membri dell'equipaggio Pierluigi Meroni, Celeste D'Inca, Cesare Biancardi, Antonio Pangrazi e tre giornalisti: Renato Casalbore, Renato Tosatti e Luigi Cavallero. Il compito di identificare le salme fu affidato all'ex ct Vittorio Pozzo, che aveva trapiantato nell'Italia quasi l'intera squadra granata. Pozzo doveva tra l'altro essere su quel volo, ma il Torino preferì assegnare il posto a Cavallero. Oltre all'ex Ct, non presero parte alla trasferta portoghese neppure il difensore Sauro Tomà, infortunato, il capitano della primavera (ma in pianta stabile in prima squadra) Luigi Giuliano e il secondo portiere Renato Gandolfi (gli fu preferito Ballarin). Neppure il presidente Ferruccio Novo prese parte al viaggio, perché malato.

Superga, una tragedia che colpì l'Italia intera

All'ultimo saluto in piazza a Torino parteciparono quasi 1 milione di persone. I funerali furono celebrati il giorno successivo, il 6 maggio, con una diretta nazionale. Lo stesso giorno la Federazione decise di assegnare alla società granata il quinto scudetto consecutivo, proclamandola campione d'Italia. Le quattro partite restanti vennero giocate dalla squadra “Ragazzi”, contro formazioni di pari età. Lo shock per la tragedia aerea fu talmente grande che l'anno successivo la nazionale italiana decise di recarsi in Brasile in nave anziché in aereo per disputare la Coppa del Mondo. Dieci anni fa esatti il Torino ha inaugurato a Grugliasco il Museo del Grande Torino e della leggenda granata, dove sono conservati i resti dell'aereo, tra cui un'elica, un pneumatico e pezzi sparsi della fusoliera, ma anche le valigie di Mazzola, Maroso e del tecnico Erbstein.

Tragedia Superga: la commemorazione del Torino

In ricordo della tragedia di Superga, il Museo del Grande Torino ha istituito un'apertura straordinaria nel corso della mattinata. La squadra di Walter Mazzarri invece raggiungerà Superga alle 17, dopo l'allenamento, insieme alla società al gran completo, per presenziare alla messa in ricordo dei caduti. Al termine della commemorazione, che durerà circa un'ora, tutti si sposteranno sul retro della basilica, dove sorge la lapide con i nomi dei 31 caduti. A leggerli sarà l'uomo al centro del calciomercato, Andrea Belotti, capitano della squadra. Nel frattempo aprirà le porte anche il Filadelfia: per i tifosi che non avranno la possibilità di recarsi a Superga, sarà possibile andare allo stadio per commemorare una squadra mai dimenticata.

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