Il presidente del Coni ha parlato della società e dell’addio del capitano giallorosso
ROMA MALAGO' TOTTI PALLOTTA / Presente allo stadio 'Olimpico' per l'evento 'Open Goal' insieme al premier canadese Trudeau, Giovanni Malagò, ha rilasciato alcune dichiarazioni. Ai cronisti presenti, tra i quali l'inviato di Calciomercato.it, il presidente del Coni ha svelato le emozioni vissute ieri durante l'addio di Totti: “Abbastanza impressionante stamattina, la prima cosa che ha detto il presidente Trudeau è stata: 'Questo è lo stadio dove ieri ci è stata la festa di Totti. L’ho seguita, l’ho vista: è stata una cosa unica al mondo, non pensavo di vedere una cosa del genere'. Quindi c’è un fenomeno di globalizzazione che va molto oltre il concetto della squadra. Se ho capito qualcosa sul futuro? No, ma penso che la serata di ieri abbia aiutato Totti a schiarirsi le idee. Lui può fare veramente tutto e ieri l’ha dimostrato. Presidente del Coni? Anche, ha i requisiti per candidarsi come campione del mondo. Cosa gli auguro? Di uscire fuori dalle paure e di essere una persona felice e serena come merita.
FESTA TOTTI – “Conosco Totti praticamente da sempre, dall’inizio della carriera. Mio padre era dirigente accompagnatore quando esordì. Poi ci siamo ritrovati che lui è un grande campione e io il presidente del Coni. Ma il rapporto non cambia. Ieri ho visto dai messaggini e dal poco che faccio sui social, molta gente, e non solo tifosi della Roma, commossa. Perché è andato oltre il concetto del messaggio che ha voluto tramandare. Si è messo a nudo, ha raccontato in modo sorprendente le sue sensazioni, le sue emozioni e soprattutto la sua paura. L’ha detto: 'Non ce la faccio a smettere'. E' stato un atto di debolezza ma al tempo stesso di forza, come se si fosse liberato”.
PALLOTTA – “Io sono un funzionario pubblico e come tale devo interessarmi delle cose che riguardano il Coni. Pallotta invece è un soggetto privato che ha investito nella società, non è il primo né l’ultimo che lo farà nel nostro paese, ne sono arrivati tanti altri anche di Paesi diversi. La Roma è una società con finalità commerciali: è quotata in borsa come la Juventus e la Lazio. E' chiaro che lui vuole remunerare il suo investimento o farne degli altri e migliorare lo stato dell’arte. Ha posto questo come condizione, è una sua libera scelta. A prescindere dalla scadenza del 2020 non si può pensare di fare bene l’azionista di una società, poi uno puo essere presidente, ad, stakeholder, senza avere una casa di proprietà dove sviluppare l’attività. Mi sembra Indispensabile che questo avvenga. Se sono ottimista? Sì, ma certo è tutto molto complicato in queste cose”.
Dall'inviato Andrea Corti