Napoli, Hamsik: “Gli azzurri sono la mia famiglia”

Il capitano dei partenopei si racconta in una lunga intervista

NEWS NAPOLI HAMSIK / Gli mancano ancora due gol per raggiungere Maradona (113 a 115) nella classifica dei marcatori di tutti i tempi con la maglia del Napoli. Ma Marek Hamsik è già nella storia degli azzurri: sono ormai dieci anni che lo slovacco è all'ombra del Vesuvio, e da lì pare non volersene andare mai. Una simbiosi, tra l'ambiente partenopeo e l'ex giocatore del Brescia, che cresce ogni giorno che passa. Il capitano del Napoli si è raccontato in una lunga intervista a 'The Players Tribune', in cui ha parlato della sua carriera ma anche di news Napoli.

Napoli, Hamsik: “Qui il calcio è religione”

“A Napoli abbiamo tre milioni di allenatori – ha dichiarato – Dai bambini alle vecchiette di 90 anni, tutti sanno cosa è meglio per il Napoli. E' una passione che hanno nel sangue, qui il calcio è una religione. E' l'unica cosa che conta davvero. E' la stessa cosa che succede a me, sin da quando ero piccolo e rimasi affascinato dal gioco del Brasile ai Mondiali di Usa '94″. Lo slovacco ha fatto propria quella fantasia nel suo modo di giocare. “Il mio primo allenatore mi mise a centrocampo, voleva che attaccassi molto – racconta Hamsik – E' un ruolo che non ho più lasciato, da lì si vede tutto il campo. Mi sono innamorato del modo di giocare di Zidane Nedved proprio per questo. Dalla Slovacchia al Brescia è stato facile adattarmi, al Nord Italia non si vive in maniera molto diversa che in Slovacchia. Ma a Napoli è stata subito un'altra cosa: appena entrato al San Paolo ho capito che c'era qualcosa di diverso. E poi l'affetto delle persone sin dal primo giorno mi ha lasciato incredulo. Ho capito cosa fosse veramente Napoli dopo la vittoria della Coppa Italia: una meravigliosa follia collettiva. Qui quando si vince è speciale: vincono tutti, anche i tifosi. E in Champions League e in Europa League ho rivisto le stesse cose”. Il calciomercato per Hamsik non esiste: Napoli e il Napoli sono la sua vita. “E' stato un onore per me aver giocato dieci anni qui, ma sono rimasto per motivi che vanno oltre il calcio – afferma – Qui sono parte di una famiglia. Stipendio e trofei non sono tutto, Napoli mi ha dato qualcosa di grande che sento dentro la mia anima e per questo la ringrazierò sempre”.

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