Roma, da Zeman a Ventura: il calcio saluta Totti

Il Capitano alla sua ultima partita in giallorosso dopo una storia tutta con la stessa maglia

ROMA ADDIO TOTTI / Un trentennio di Roma non si dimentica né si cancella: Francesco Totti non giocherà più con i colori giallorossi addosso, li potrebbe indossere ancora ma per fare il dirigente, restare nella Roma ma dall'altra parte della barricata, fatta di cravatte, scrivanie e carte. A confermare il suo addio ci pensò il nuovo direttore sportivo Monchi, ponendo fine ad un tira e molla che ormai durava da due anni. Un periodo in cui i tifosi hanno continuato ad osannarlo e ad amarlo senza soluzioni di continuità, odiando allo stesso tempo uno Spalletti poco propenso a rendere omaggio ad una delle bandiere della Roma. Un pensiero, quest'ultimo, che è stato reso chiaro proprio da Maurizio Costanzo in un'intervista a Sky rilasciata di recente: “Lo ripeto, ce l'ho con Spalletti perché gli eroi, le bandiere si trattano bene comunque, così ci si rimette. Quello che ha dato Totti alla Roma, Spalletti non glielo darà nemmeno se campa 200 anni”.

Uno Spalletti ed una società che non è stata risparmiata nemmeno da Rosella Sensi che, appena ha saputo della news Roma sull'addio di Totti, ha detto: “Per me domenica non sarà una festa. Mio padre ha rappresentato il presidente di Francesco per la parte principale della carriera di Totti. Francesco doveva terminare la sua carriera, ma non così. Domenica non può rappresentare una festa per come è stato gestito tutto l'anno dall'allenatore e in parte dalla società. Totti non andava gestito, andava condivisa con lui tutta questa parte di fine carriera. Francesco è un professionista, tutto questo andava fatto in maniera diversa. Non si può farlo entrare negli ultimi tre minuti di una partita. Le vittorie della nostra gestione sono state tante, ma poche per quello che ci meritavamo. Sono arrivate grazie a tante persone che in quel momento hanno dato tanta professionalità e passione. Credo che un presidente debba esserci, e che debba prendersi anche responsabilità che non sono sue”. Un amore e una stima nei confronti del capitano della Roma, dimostrato sia dai suoi compagni di squadra che da celebrità del mondo dello sport come Malagò che qualche giorno fa ha detto: “Roma-Genoa? Sarà una partita romantica, non c’è più un biglietto disponibile”.
 

Roma, Totti: la fonte d'ispirazione per i giovani

Un Totti che, con le sue immense giocate ed i suoi bellisimi gol, ha fatto innamorare anche i più giovani e gli appassionati di calcio in generale. Totti, proprio grazie alla sua bravura tecnica e alla sua umiltà, è sempre riuscito a conquistare le persone. Dello stesso avviso è anche l'attuare CT dell'Italia, Giampiero Ventura, che proprio in merito all'addio del numero dieci giallorosso disse: “Quando un grande campione come Totti lascia, resta l'amaro in bocca perché perdiamo un grandissimo giocatore. Non c'è un Totti di domani, ma tanti giovani che possono avere lui come modello a cui ispirarsi. Per chi ama il calcio è un dispiacere perdere un calciatore che ci ha deliziato”. 

Francesco Totti: dall'addio al futuro

Serie A? Major League? Il futuro di Francesco Totti, come raccontato da Calciomercato.it, è ancora da decidere, anche se un piccolo indizio sulle sue prossime strategie di calciomercato sembra averlo lanciato: “Roma-Genoa, domenica 28 maggio 2017, l'ultima volta in cui potrò indossare la maglia della Roma. È impossibile esprimere in poche parole tutto quello che questi colori hanno rappresentato, rappresentano e rappresenteranno per me. Sempre. Sento solo che il mio amore per il calcio non passa: è una passione, la mia passione. È talmente profonda che non posso pensare di smettere di alimentarla. Mai. Da lunedì sono pronto a ripartire. Sono pronto per una nuova sfida”. Quale sarà? Intanto si chiude l'era del capitano da calciatore della Roma, quello che Maradona ha definito “il re di Roma, il miglior giocatore che ho visto in vita mia”. Parole che arrivano da chi ha fatto la storia del pallone e alle quali Totti ha risposto con un “ora posso anche smettere”. Andrà davvero così?

Marco Di Nardo

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