L'Editoriale di Luca Marchetti – Ecco perche' e' stato scelto Inzaghi e come sara' il suo Milan

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EDITORIALE MARCHETTI / MILANO – Ora è ufficiale. Seedorf non è più l'allenatore del Milan. E ora ha tutto in mano Inzaghi. Mancava solo questo tassello, ma in realtà Inzaghi, insieme a Galliani, aveva già cominciato a lavorare.

Principalmente su un'idea di calcio: oltre al sistema di gioco preferito dal presidente (il 4-3-1-2) a Pippo non dispiace affatto il 4-3-3. Il nuovo Milan si è mosso già verso questa direzione. E già si nota, al di là delle operazioni di mercato, una coinvolgimento diverso rispetto a prima. La frattura fra Seedorf e la società era evidente. Clarence, avendo avuto mandato direttamente da Berlusconi, ha commesso qui il suo primo grande errore. Un uomo di grande personalità e intelligenza (come lui è) ha subito pensato di avere in mano il Milan, proprio per indicazione presidenziale. Ma è impossibile che il Milan sia in mano a una persona soltanto, soprattutto in questa fase in cui da più parti si è parlato di rinnovamenti e di passaggi di consegne. Il Milan è Silvio Berlusconi, è Barbara Berlusconi, è Adriano Galliani, è un gruppo di giocatori da gestire, è comunicazione, è marketing e sponsor. Il Milan è un universo. E tutti devono contribuire a farlo crescere. Tutto questo Pippo Inzaghi lo sa meglio di Seedorf.

Si è subito buttato da aziendalista convinto nel suo nuovo ruolo. Già due cene con Berlusconi e Galliani per capirsi, ascoltare, proporre. Già in prima linea per le trattative di mercato come spalla di Galliani per convincere e sedurre giocatori importanti come Menez. Già consapevole di quanto apparire sia importante nel Milan non risultando mai inaccessibile (sia ai tifosi che alla stampa). Già in pressing a suo modo su Tassotti che infatti ha deciso di rimanere. Inzaghi è tarantolato, adrenalinico. Esattamente come lo era in campo. Il suo metodo, la sua disciplina, la sue virtù hanno conquistato Galliani. E tutto il mondo Milan sembra trarre linfa dal suo entusiasmo.

Ci saranno momenti difficili, inutile nasconderlo. Il Milan è atteso da una stagione da protagonista in Italia. Nessuno in società ha abbassato l'asticella dei risultati nonostante Pippo sia un debuttante. Sa anche che dovrà valorizzare i giovani, quelli che conosce bene visto che sono stati nella sua Primavera. Ha già messo in conto che potrebbe partire Balotelli (sacrificabile per fare cassa e dare sprint al mercato). Dietro ha puntato su Alex e Rami, soprattutto se Mexes troverà squadra. Sa già che avrà a disposizione Poli, che però gli servirà un altro centrocampista (visto l'infortunio a Montolivo). Vorrebbe (almeno per affetto) avere alle sue dipendenze Paloschi (ora a metà col Chievo, si sta parlando). Ma quello che conta in questo momento, più dei nomi, è l'entusiasmo, ritrovato. Con Seedorf sono arrivati punti e vittorie (comunque non sufficienti per l'Europa), ma era difficile trovare armonia e sorrisi. Il Milan ora riparte, ufficialmente.

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