Inter, Moratti: “Gia' a giugno avevo pensato a Leonardo”

Il presidente nerazzurro parla della scelta del nuovo tecnico e non dimentica Mourinho: “Potrebbe tornare”

INTER MORATTI LEONARDO MOURINHO / MILANO – Uno sguardo al passato, ma con gli occhi ben puntanti sul presente e sul futuro della squadra che nel 2010 ha vinto tutto, o quasi. Massimo Moratti, in un'intervista alla 'Gazzetta dello Sport' parla a tutto campo della scelta di Leonardo, dell'addio di Benitez e di Mourinho. L'inizio è dedicato al nuovo tecnico, un uomo sempre stimato dal numero uno nerazzurro: “Abbiamo una sensibilità molto vicina. Già a giugno avevo pensato a lui, ma mi sembrava stonato chiederglielo perché lui aveva detto che voleva prendersi una pausa. Però pensavo fosse il successore più naturale di Mourinho: trovavo che avesse le spalle forti per sostenere un peso così”. Spalle forti che invece non ha dimostrato di avere Benitez: “Quando lo abbiamo scelto, pensavamoo che avesse l'esperienza necessaria per reggere questa situazione, ma poi ognuno la regge come può”. Di certo non è stata la squadra ha chiedere l'esonero del tecnico spagnolo che si è un pò licenziato da solo con le dichiarazioni dopo Mondiale: “Consideravo sbagliato chiedere un segnale ai giocatori, perché avrei messo Benitez nei guai. Anzi, anche l’ultimo giorno, prima del Mondiale, ho sempre fatto in modo che la squadra si sentisse con l’allenatore e non l’ho mai coinvolta in questa scelta. Senza le dichiarazioni di Dubai forse avrei avuto più pazienza, anche per una questione di riconoscenza“. E sui rinforzi, secondo Benitez promessi e mai arrivati: “Non ho mai detto sicuramente arriveranno ma vedremo. Continuo ad avere grande fiducia in questi giocatori e non mi è sembrato sbagliato dire ripetutamente che erano spremunti  e che servivano rinforzi”. Non può mancare poi un accenno all'eroe della 'tripletta', lo Special One che non è mai uscito dai cuori dei nerazzurri e di cui si era parlato di un ritorno a giugno: “Credo che Mourinho pensi ad un ritorno dal punto di vista affettivo. Ha bisogno della sua storia, che alla sua età è fatta di crescita costante. Certo anche un ritorno può essere una crescita ma non credo ci pensi in questo momento come non ci pensiamo noi”. 

B.D.S.

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